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CLARA MOSCHINI

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La gravosa eredità del nuovo direttore delle Dogane e monopoli, consigliere Alesse

Deve “mettere ordine e ripristinare la legalità e lo stato di diritto nell’Agenzia”

Con la seduta del 20 aprile ultimo scorso si sono concluse gli orali del concorso a 40 posti di dirigente presso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm).
 
L’ennesimo concorso dell’Agenzia delle dogane destinato a riempire ancora una volta le pagine di cronaca dei giornali e a far parlare molto di sé.
 
Sicuramente, per quest’ultimo, si aspettano le graduatorie e lo scorrimento delle stesse per far partire ricorsi e denunce penali.
 
Infatti laddove ad indagare ci sia stata la Procura nessun concorso ne è risultato pulito.
 
Gli esiti di questo concorso rappresentano una ulteriore faccia della gravosa eredità ricevuta dal nuovo direttore dell’Agenzia Roberto Alesse, che deve “mettere ordine e ripristinare la legalità e lo stato di diritto nell’Agenzia” .
 
La sua gestione si presenta come un’azione riparatrice rispetto a quella del suo predecessore.

Ricucire lo strappo con la GdF rappresenta una delle priorità.

Nonostante l’impegno profuso dal nuovo direttore, lo stesso si sta imbattendo in un’amministrazione chiusa al proprio interno. Un’amministrazione auto referenziata e respingente nei confronti delle novità e delle persone deputate proprio a ristabilire ordine ed a ripristinare la legalità.
 
Per decenni le dogane fiore all’occhiello della Pubblica Amministrazione per prestigio nel settore dei petroli, del commercio internazionale e degli alcoli e tabacchi ed ora anche del gioco legale, è un sistema radicato e collaudato che attraverso una rete di legami stretti come risulta dallo scorrimento dei nominativi dei vecchi ruoli dove si può scorgere nomi di paranti a volte anche più figli, nipoti, mogli, ed affini in linea diretta e non.

Arduo compito del consigliere è quello di dover entrare anche nelle pieghe della gestione del personale, quest’ultima spesso oggetto di attenzione da parte dei media e delle Procure della Repubblica relative ad avanzamenti e concorsi, procedimenti disciplinari e valutazioni del personale dirigenziale e non -prodromiche agli sviluppi di carriera-, conferimenti di incarichi dirigenziali e di posizioni economiche rendono in un settore così delicato come quello dell’Adm, questo ruolo del personale il più strategico di tutti gli altri, tant’è vero che il direttore del personale delle dogane è figura cardine della stessa amministrazione.
 
In tale scenario ben fa il direttore a mantenersi equidistante, cercando così di non farsi influenzare dalla nomenclatura di sistema.
 
Ma ciò non basta, per non navigare a vista, lo stesso Alesse dovrebbe circondarsi di persone di fiducia che si distinguono per merito.
 
Ma come cercarle senza il rischio di commettere gli errori dei suoi predecessori e cioè di affidarsi sempre agli stessi.
 
La soluzione sarebbe quella di scovarli tra gli emarginati delle precedenti gestioni. Ciò garantirebbe che questi siano coloro che non si sono mai prestati ai giochi di potere.
 
Vista la notaria complessità dell’articolazione delle dogane, vista la propensione da parte del consigliere Alesse di volersi avvalere della scala gerarchica dell’amministrazione, di dover sentire inevitabilmente i dirigenti di vertici delle varie articolazioni della stessa deputati ai singoli settori e questo rischia di pregiudicare la neutralità di giudizio tanto ostentata dal consigliere.

Nonostante le ragioni di opportunità sopra accennate, e forse non conosciute dal consigliere da poco approdato alle dogane, si condivide la scelta dallo stesso operata che troviamo oculata e saggia. Infatti il nuovo direttore non vuole essere lui a togliere le castagne dal fuoco di un concorso a dirigente molto chiacchierati.
 
Per tale motivo si condivide la scelta del nuovo direttore il quale non si è voluto prestare ad essere lui ad intervenire a gamba tesa su questo concorso.

Infatti, adesso le sorti del concorso, il cui bando è nato sotto la precedente gestione e dalla stessa è stata gestita continua ad esserlo, sono riposte nello stesso capo del personale.
 
Il consigliere Alesse che forse neanche è a conoscenza di tante vicende penali e sul quale ancora grava la reputazione di essere stato un severo componente della commissione di esame di un precedente concorso a dirigente delle dogane, avrebbe dovuto annullare un concorso o mettere una persona di fiducia al personale il quale avrebbe dovuto rendere operativo questa ablazione del concorso sovraesponendo tale personale e sé stesso, finendo poi per essere proprio lui ad essere impallinato e messo sotto i riflettori.

red - 1251273

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