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Timori su Cingolani a Leonardo

"Leadership debole, a rischio la sfida di Roma ai competitor internazionali"

A Leonardo è dato per certo che l'ex-ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, già in Finmeccanica, ricoprirà la carica di amministratore delegato del Gruppo Leonardo, specializzato nei settori aerospazio, difesa e sicurezza. La sua nomina arriva con il sostegno proprio del presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, che lo aveva scelto come consigliere per l'Energia di Palazzo Chigi. Alla presidenza andrà il comandante della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana.

Inizia così la settimana di fuoco per il Governo Meloni. Finita Pasqua, scartate le uova di cioccolato, è il momento delle sorprese. Questa nomina segna il superamento della dura opposizione da parte di Lega e Forza Italia, Fratelli d'Italia quindi ha tenuto duro su Leonardo. Ma se il Governo vorrà evitare di franare, Meloni dovrà cedere su altre nomine importanti. Il confronto fra i partiti di maggioranza entra quindi nel vivo.

La figura di Cingolani, ex-Finmeccanica, scienziato prestato alla politica, senza nessuna esperienza manageriale di livello, alla guida di un Gruppo importante come Leonardo, continua a far storcere il naso al mondo della Difesa. Si racconta che a sponsorizzare Cingolani sia stato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che già aveva sostenuto la sua entrata nell'Esecutivo guidato da Mario Draghi. Quest'ultimo poi avrebbe consigliato il suo nome a Meloni, in cambio di una copertura internazionale nel dialogo con Bruxelles. Detto diversamente. L'Unione europea avrebbe guardato a Fratelli d'Italia con occhi diversi: più fiduciosi sull'atteggiamento moderato del nuovo Esecutivo italiano; con più benevolenza sulla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), in una situazione in cui i fondi rischiano di essere sprecati, pur di essere spesi.

Critici anche alcuni media nazionali, come "Il Fatto Quotidiano", che riporta: "Nella parabola di Cingolani c’è tutto quel che serve per comprendere la classe dirigente ed il declino industriale del Paese". Alla direzione dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova (2004-2018) finì al centro delle polemiche per la gestione dei fondi statali (un miliardo di Euro in dieci anni) da investire in ricerca. Così, quando nel 2016 stava per prendere le redini dello Human Technopole di Milano, la rivolta del mondo scientifico pubblico gli sbarrò la strada. Approdò così in Leonardo come Chief Innovation & Technology Officer (compenso 600.000 Euro). Da amministratore delegato Cingolani non potrà giocare con i soldi, perché i competitor mondiali del settore difesa mordono, eccome che mordono.

Gic - 1250662

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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