Vettori aerei valutano velivoli più grandi
Soluzione a problemi come aeroporti congestionati ed aumento costi
I vettori aerei stanno valutando l'utilizzo di aerei più grandi nelle loro flotte. Si tratta di una strategia aziendale che mira a far fronte alla congestione negli aeroporti nei periodi di traffico intenso, nonché all’aumento dei costi di gestione delle aerolinee (si pensi al caro-carburante) ed infine alla carenza di personale, soprattutto piloti. Questo upgauging significa che le aerolinee possono vendere più posti su ogni volo, avendo meno aerei in flotta e riducendo i costi.
È quanto emerge dal monitoraggio dei voli operati dalle 11 maggiori compagnie aeree statunitensi condotto dalla società Cirium, specializzata nell'analisi dati nel settore aviazione: nel 2022 le flotte offrivano una media di 153 posti sulle rotte nazionali; ad aprile 2023 il numero di posti è salito dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2019; mentre nel 2017 le sedute messe a disposizione erano 141.
L'obiettivo delle compagnie è quello di ospitare a bordo di un solo velivolo più passeggeri, diminuendo il numero dei collegamenti aerei voli e dunque snellendo le procedure d'imbarco in aeroporto. Questa tendenza sta assumendo un’importanza crescente: i dirigenti delle aerolinee, infatti, prevedono che la domanda di viaggi nella primavera ed estate 2023 sarà intensa come non mai, addirittura superiore al 2029, l'anno prima della pandemia.
United Airlines offriva in media 102 posti su ogni aereo nel 2001 che sono saliti a 113 nel 2022; American Airlines è passata da 112 a 118; stesso discorso per le sedute sugli aerei di Delta Air Lines salite da 123 a 128. Questo fenomeno non si riscontra invece tra le low-cost come Southwest Airlines, Frontier o JetBlue, in cui i posti medi a disposizione dal 2020 ad oggi sono rimasti pressoché stabili. Considerando però nel complesso il trend a partire dal 2016, allora tutte e 11 le aerolinee monitorate rispecchiano questa tendenza.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency