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Se i vettori aerei allungano orari di volo

"Schedule Creep" è una pratica relativamente diffusa

Capita ogni tanto che un collegamento aereo giunga a destinazione un'ora prima del previsto. Situazione accolta con giubilo dai passeggeri, con tanto di applausi al pilota al momento dell'atterraggio, dopo che il comandante comunicava che il forte vento in coda ha accelerato il viaggio. Ma c'è qualcosa di più: ha il nome di "Schedule Creep" ed è una pratica relativamente diffusa. 

Secondo uno studio del portale finanziario "Finance Buzz", negli ultimi anni alcune compagnie aeree stanno aggiungendo del tempo extra ai loro programmi di volo. Il fine sarebbe quello di evitare ritardi e quindi proteste da parte dei passeggeri. Insomma, la durata del volo annunciata sarebbe superiore a quanto realmente occorre ad un velivolo per coprire quella distanza, tempi di imbarco e rullaggio compresi. 

L'analisi porta gli esperti a quantificare questo tempo in media con un +10%. Il principale motivo che ha determinato tale situazione è di tipo normativo: il Bureau of Transportation Statistics americano definisce un volo ritardato quando un aereo atterra 15 minuti dopo l'orario programmato. Questo consente alle aerolinee, spiegano da "Finance Buzz", di avere politiche più elastiche di rimborso nei confronti dei viaggiatori.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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