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CLARA MOSCHINI

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Annaspa l'aviazione in Russia

Perso 90% voli internazionali, tutto dipende da sovvenzioni governo

A seguito della guerra in Ucraina l'aviazione russa ha subito gravi danni collaterali. Pochi giorni dopo l'invasione militare disposta dal Cremlino (iniziata il 24 febbraio 2022) i Paesi europei hanno chiuso il proprio spazio aereo alle aerolinee russe. Le compagnie russe non sono mai state così isolate, nemmeno durante i periodi più cupi della Guerra fredda.

Tra i segnali più significativi c'è la sospensione del collegamento aereo Mosca-New York, la cui programmazione era frutto di un negoziato tra i due Paesi iniziato in epoca sovietica e durato quasi dieci anni. Nel 2014, dopo le prime sanzioni economiche occidentali comminate contro la Russia, i rapporti tra aerolinee russe come Aeroflot e costruttori come Airbus e Boeing erano rimasti in piedi. Le sanzioni del 2022 sono molto più difficili da digerire. 

Oggi le compagnie russe hanno perso il 90% delle destinazioni internazionali, i contratti di leasing sono sospesi, è venuto a mancare il supporto tecnico, manutentivo e logistico agli aerei acquistati all'estero, si sono interrotte le partnership commerciali con altre aerolinee, bandita la vendita di software, contratti assicurativi ed altri servizi da parte di società straniere. 

Aeroflot ha perso le royalty sui voli dai vettori europei che ammontavano a 500-800 milioni di dollari l'anno prima della pandemia. Le aviolinee russe si affidano quasi solo alle rotte domestiche. Undici aeroporti nel sud del Paese, comprese le popolari destinazioni turistiche servite, sono stati chiusi. Il settore del trasporto aereo dipende oggi dalle sovvenzioni del governo (circa 4,5 miliardi di dollari nel 2022). Molti nel settore aviazione in Russia si augurano che la guerra finisca il prima possibile.

Gic - 1250393

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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