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Audizione Goretti, capo SMA: prospettive aereo Gcap

"Un'opportunità per le nostre università ed industria di essere competitive e crescere"

Il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare italiana (AMI), Luca Gorettiè stato audito oggi in commissione Difesa della Camera dei deputati. Tanti i temi affrontati: la necessità di maggiori investimenti economici per modernizzare le flotte e garantire l'addestramento, l'asse ricerca-industria sulla tecnologia nel comparto difesa, lo sviluppo dell'aereo di sesta generazione Global Combat Air Programme (Gcap), con Giappone e Regno Unito.

Il progetto Gcap "nasce dalla naturale esigenza di sostituire macchine obsolete. La tecnologia è il sangue che scorre nell'Aeronautica militare poiché lo strumento aeronautico vive grazie a questo. Per essere rilevanti, difendersi o essere alla pari degli altri il software è la chiave di volta del velivolo militare: occorre far crescere la nostra industria che creare dispositivi efficaci da mettere dentro la scatola" aereo, ha dichiarato il generale.

L'iniziativa con inglesi e giapponesi "è opportunità per le università e le industrie di essere competitive e crescere. Il velivolo -ha aggiunto Goretti- è un sistema di sistemi a cui agganciarsi per prendere e disseminare dati. Il programma è un'opportunità di ricerca, più che militare: mentre prima noi offrivamo proposte alle università, adesso noi diciamo qual è la minaccia e ciò da loro la possibilità di sviluppare idee che servono a noi".

"Abbiamo scelto gli inglesi perché è una naturale alleanza legata a complesse dinamiche industriali in ambito europeo: dove alcuni Paesi cercano di dettar legge. Invece, noi in Italia dobbiamo difendere le nostre industrie: le scelte dei governi attuale e precedente sono legate alla necessità di non annichilire il settore, ma di giocarsi la partita. Forse in futuro ci saranno convergenze con altri Paesi". 

Infine, Goretti ha parlato del Giappone: "È un'isola con esigenze diverse dalla nostre, da mettere a sistema. Inoltre, la Nato è alleanza difensiva, ma operiamo anche sotto l'egida dell'Onu e per operare nell'Indo-pacifico un tecnico deve essere preparato a rendere credibile quella scelta: a tal fine dobbiamo operare componenti su lunghe distanze e garantire l'addestramento. Il Giappone è quindi un'opportunità per testare l'aereo ed addestrarsi: valutare i tempi percorrenza, le problematiche burocratiche del sorvolo dei Paesi. Anche Tokyo ha scelto l'Italia per addestrarsi e la simbiosi industria-aeronautica è vincente anche per Tokyo. Il Mediterraneo è diventato uno scenario troppo piccolo, oggi dobbiamo intervenire sulle lunghe distanze per assicurare stabilità al nostro Paese".

Sullo stesso argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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