Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Gli sprechi sul carburante di ITA

Massima attenzione sulla crisi energetica in atto

In queste ore di massima attenzione sulla crisi energetica in atto, "Il Messaggero" ha dato notizia che uno dei punti di forza dell’offerta Certares sarebbe rappresentato dagli sconti sul combustibile che Delta assicurerebbe ad ITA in tutti gli aeroporti americani, con considerevoli risparmi in un periodo in cui i prezzi sono aumentati vertiginosamente.

I prospettati minori costi dei rifornimenti a stelle e strisce avrebbero indubbi vantaggi per ITA ed i suoi passeggeri tenuto conto che attualmente gli oneri sul carburante, sostenuti dal tandem Altavilla-Lazzerini, incidono sul bilancio del vettore per circa 204 milioni di Euro.

La nostra domanda ed attenzione é invece un’altra: quanti di questi 204 milioni di Euro spesi da ITA per il carburante sono dovuti ad eventuali errori e/o inefficienze di governance?

Dai riporti di alcuni piloti di ITA, infatti, risulta che la compagnia imponga di portare anche 2000 kg di carburante in più per policy aziendale. Da voci di corridoio sembra che questa scelta bizzarra sia dovuta al tipo di contratto stipulato con il fornitore di carburante che imporrebbe, di fatto, di raggiungere certe quote di consumi per poter beneficiare, forse, di prezzi più bassi.

Di contro è ben noto che il carburante pesa e quindi impone una maggiore spinta dei motori che provocano un aumento dei consumi e quindi dei costi. Risparmio o spreco è questo il dilemma.

Normalmente, le compagnie aeree tendono a risparmiare sui costi del carburante consigliando/imponendo ai piloti di imbarcare una quantità di combustibile appena sufficiente per ottemperare alle quantità minime previste dalla normativa per affrontare tutti gli imprevisti che possono capitare in volo.

Non sembra questo il caso di ITA che chiede ai propri piloti di portare molto più carburante a bordo per poterne consumare di più. Secondo le dichiarazioni dell’ad Lazzerini, quando si è redatto il piano industriale, sono stati immaginati addirittura quattordici scenari. L’unica cosa certa è che le previsioni fatte si basavano su numeri certamente differenti da quelli attuali, vale a dire ci si immaginava di consumare più carburante, perché gli aerei previsti in flotta erano molti di più. Invece, a forza di tagliare linee, di ridurre l’attività, di rinunciare a qualsiasi espansione delle quote di mercato, ITA si è trovata ad affrontare anche questo problema ulteriore, paradossalmente perdendo ancora di più.

Tra l’altro, per affermazione dello stesso presidente Altavilla, non è stato fatto hedging sul carburante all’inizio delle operazioni, con la motivazione “che è difficile prevedere l’andamento del mercato”. L’hedging consiste in un contratto che consente di porre un tetto massimo al prezzo di acquisto nel caso in cui vi sia un’impennata dei prezzi del petrolio. Così, la maggior parte delle compagnie, che hanno scelto questo contratto, oggi sono coperte dall’incremento dei prezzi, mentre ITA sembrerebbe sia andata incontro ad un bagno di sangue, perdendo una quantità di soldi mai vista prima. I contratti per l’acquisto del carburante prevedono due variabili: prezzo del greggio e quantità acquistate. È ovvio che se a un fornitore dico che comprerò centomila tonnellate, otterrò un prezzo sicuramente inferiore rispetto alla previsione di consumarne diecimila. Ora i manager di ITA non solo hanno stabilizzato il prezzo contro le fluttuazioni, come da loro dichiarazione, ma sembrerebbe abbiano anche valutato male le quantità sopravvalutando i consumi previsti. Si può immaginare che consumando meno si vada incontro a delle penali contrattuali. Sono errori potenzialmente letali che si aggiungono a quello di dipingere gli aerei con colore metallizzato, che, come indica il nome, appesantiscono l’aereo, inducendo un consumo maggiore. Chi pagherà per questi errori? Solo e sempre noi contribuenti?

Suscita certamente diversi interrogativi l’attuale orientamento del ministero dell’Economia di preferire una quota di controllo sulla futura ITA quasi per perseverare con le potenziali influenze e tutti gli errori di quest’ultimo anno che hanno portato a colossali perdite con un capitale sociale nuovamente quasi azzerato.

Red - 1247198

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
Simili