In tutta Europa i vettori aerei stanno operando con un'offerta di posti a sedere inferiore mediamente del -18% rispetto al periodo precedente la pandemia. Tra i Paesi del Vecchio continente in cui la situazione è peggiore ci sono Regno Unito e Germania, in cui si registra un calo del -22% rispetto all'estate del 2019. È quanto emerge dal monitoraggio della società di brokeraggio Jefferies. 

In termini di ripresa dopo le restrizioni di viaggio imposte dalla pandemia, le aviolinee britanniche sono in ritardo rispetto ai colleghi europei. Ciò soprattutto a causa della carenza di manodopera nei settori della sicurezza aeroportuale, del controllo del traffico aereo, degli operatori di terra e del personale di bordo. Senza dimenticare le ricadute dell'abbandono dell'area commerciale di libera circolazione dell'Unione europea innescate dalla "Brexit". 

Tra le compagnie aeree alcune sono più resilienti di altre ed affrontano meglio la situazione: la low-cost irlandese Ryanair e la compagnia di viaggi Jet2 hanno dichiarato di essere tornate al di sopra dei livelli del 2019, mentre British Airways (al 61% delle capacità del 2019 secondo Jefferies) e l'aviolinea britannica a basso costo easyJet faticano a ripristinare l'operatività e registrano performance peggiori rispetto ai concorrenti come Lufthansa (70%), Air France (85%), Turkish Airlines (96%) o Delta Air Lines (92%).