Centinaia tra uomini, elicotteri ed altri mezzi delle Forze armate hanno eseguito questa notte i provvedimenti cautelari emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo nei confronti di circa 70 persone. Attività che rientrano nell’ambito delle indagini per la cattura del latitante Matteo Messina Denaro, che secondo gli inquirenti sarebbe ancora in grado di impartire direttive per la riorganizzazione degli assetti nella zona. 

I militari stanno eseguendo ancora in queste ore perquisizioni e sequestri. L’indagine dei Carabinieri ruota attorno ad alcuni esponenti di primo piano dei mandamenti mafiosi di "Cosa nostra" in provincia di Trapani. In particolare, appartenenti alle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Marsala. Tra di esse è stata individuata una figura, molto vicina al superlatitante, con un ruolo centrale nel mantenere i collegamenti tra i nuclei di altre province e nominare i capizona. 

Svelati rapporti tra mafia ed imprese, condizionamenti di gare d’appalto, gestione della sicurezza nei locali notturni e del recupero crediti, controllo anche le aste giudiziarie per la vendita di immobili nel settore enogastronomico e turistico. Tra le 70 persone fermate, 35 sono gravemente indiziate, a vario titolo per: associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, spaccio di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo ed altro, tutti aggravati dalle modalità mafiose. 

Nell'operazione sono stati coinvolti i Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) e del Comando provinciale di Trapani, insieme con i CC di Palermo e di Catania, il 9° Nucleo elicotteri di Palermo, gli squadroni "Cacciatori Sicilia" e "Cacciatori Calabria", ed il 12esimo Reggimento Carabinieri "Sicilia".