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Etiopia bombarda ribelli del Tigré

Dopo cinque mesi di tregua sono ripresi i combattimenti

Dopo cinque mesi di tregua sono ripresi i combattimenti tra le forze armate controllate dal governo dell'Etiopia e i ribelli del Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf), che lottano per l'indipendenza della regione situata nel nord dell'Etiopia. Oggi il primo bombardamento a Macallè, capitale della regione ribelle: almeno quattro persone sono decedute, tra cui due bambini, e nove sono rimaste ferite.

Il nosocomio Ayder "ha accolto 13 pazienti, quattro dei quali sono morti prima di arrivare" in ospedale. "Due dei deceduti sono bambini", ha affermato il direttore sanitario della struttura, Kibrom Gebreselassie, in un messaggio all'agenzia di stampa" Agence France-Presse" ("Afp").

Secondo la testimonianza diramata dal portavoce dei ribelli, Kindeya Gebrehiwot, "a mezzogiorno un aereo ha sganciato bombe su una zona residenziale ed un asilo nido a Macallè". Una conferma arriva da fonti legate alle organizzazioni umanitarie attive nell'area hanno riferito di essere state informate di un attacco aereo a Macallè, senza fornire altri dettagli.

L'esecutivo del primo ministro dell'Etiopia, Abiy Ahmed, già premio Nobel per la pace, ha invitato gli abitanti del Tigrè "a stare lontano dalle aree in cui si trovano attrezzature militari ribelli e strutture di addestramento". Il governo federale ha ammesso che, pur rimanendo "pienamente preparato" a dialogare con i ribelli, ha voluto "compiere azioni contro le forze militari contrarie alla pace". La comunità internazionale ha chiesto la cessazione delle ostilità.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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