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CLARA MOSCHINI

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Esercito indiano colpito dalla Russia in guerra

Mosca non riesce a rispettare tempi di consegna armamenti

Dopo l'invasione militare in Ucraina la fornitura di pezzi di ricambio, di munizioni e di armamenti appare "compromessa", ha affermato il capo di Stato maggiore dell'esercito dell'indiano, generale Manoj Pande. Un duro colpo per Nuova Delhi, i cui sistemi d'arma in servizio presso le forze armate sono per l'85% di produzione russa, calcola il centro studi statunitense Stimson Center.

Con la guerra è tutto cambiato. Nel 2013 l'India aveva ordinato 25.000 missili per carri armati T-90 e T-72, ma alla fine del 2021 solo il 42% era stato consegnato. Un ordine del 2021 per 17.500 razzi Concours per la fanteria è in sospeso. Tra il 2018 ed il 2020 Nuova Delhi aveva acquistato 769 tra veicoli T-90 e corazzati BMP-2 ma ne sono stati consegnati solo 100. Nonostante un ordine di 14.500 razzi Smerch effettuato nel 2016 Mosca ne ha spedite poco meno di 11.000. Intanto, il 30-35% della flotta da combattimento di Sukhoi Su-30 è a terra per mancanza di pezzi di ricambio, mentre su 1000 missili aria-aria a lungo raggio per i suoi Su-30, MIG-21 e MIG-29 nel 2019, solo un terzo è stato consegnato.

Insomma, l'industria russa sarebbe troppo impegnata a rifornire il fronte ucraino e non riuscirebbe a rispettare i tempi di scadenza previsti dai contratti nel settore difesa sottoscritti con i suoi partner internazionali. Tra l'altro Nuova Delhi è uno dei più stretti alleati commerciali di Mosca nel settore armamenti: basti pensare che la loro relazione affonda le radici negli anno '60 e negli ultimi hanno il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo indiano Narennda Modi si sono accordati per accelerare i trasferimenti di tecnologia relativi ai caccia Sukhoi Su-30, ai missili da crociera Brahmos, ai fucili Kalashnikov AK-203.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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