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Anzaldi (Iv) presenta interrogazione su "grave disservizio a Fiumicino"

Il deputato chiede il parere ad Art presieduta da Nicola Zaccheo

Michele Anzaldi, deputato Italia viva (Iv), dichiara in un intervento su "Huffington Post" che presenterà una interrogazione (in attesa dell'atto parlamentare integrale, ne inviamo delle parti) in merito alla seguente questione:

“Provate a fare atterrare a Fiumicino una donna sola con un bambino che va dai tre mesi ai tre-quattro anni, ossia in età da passeggino. Se viaggiate con una compagnia che ha anche la classe business, come ITA, verrete lasciati sul finger senza passeggino e da quel momento la mamma si troverà abbandonata con il suo bagaglio, il bagaglio del piccolo ed il bambino. Un vero dramma. Una barbarie, un disservizio grave per coloro che con coraggio decidono di avere un figlio. Presenterò un'interrogazione in Parlamento”.

“La donna viene abbandonata sola, o meglio separata dalla sua organizzazione eccezionale che ne fa una mamma che viaggia in perfetta autonomia. Si ritroverà con i bagagli ed un bimbo, il cui peso sarà tra i circa 5 kg di un bambino di pochi mesi sino ai circa 15 kg di un bambino di tre anni (che anche se cammina non può certamente fare una maratona). In questa situazione, valigie e bimbo in braccio, la mamma dovrà affrontare i circa i 500/800 metri che la separano dal suo passeggino, che ritroverà se tutto va bene, dopo 30-40 minuti abbandonato vicino l’area bagagli. O meglio nello spazio (in teoria ma in realtà abbandonato) ‘bagagli irregolari’ come tavole da surf, sacche da golf e altro (e già questo dettaglio dimostra come viene considerato il passeggino). Se invece atterrate con Ryanair, che è molto più spartana e quindi spesso non utilizza il finger, il disservizio non cambia, anzi. Infatti anche se siete a piedi sulla pista sotto l’aereo ed a pochi metri dal passeggino, non vi viene restituito. Ma non finisce qui: dopo il finger, con bagagli e bambino da portare in braccio, la mamma dovrà affrontare due rampe di scale metalliche per arrivare al piano aerostazione e da lì i soliti 500/800 metri, fino al nastro bagagli. La cultura del disservizio, o meglio la scelta di penalizzare le mamme, è testimoniata nello stesso sito internet dove, come soluzione al disagio di questi infiniti tragitti tra aereo ed esterno (peraltro sarebbe interessante verificare se venga scelto il percorso più breve o uno più lungo per costringere il viaggiatore a passare dalle aree commerciali) viene messo a disposizione un servizio a pagamento ‘welcome Vip’, che con l’auto ti porta fino a sotto l’aereo, o un servizio di ‘Portieraggio’, ossia trasporto bagaglio entrambi a pagamento. O ancora le macchine elettriche interne a disposizione per anziani e donne in maternità (come commentava una mamma senza passeggino: ‘Certo, hanno paura che partoriscano qui’). Tutto questo nell’aeroporto della capitale d’Italia, nel Paese che sta investendo 20 miliardi per le famiglie e contro la denatalità”.

“Abbiamo fatto della customer experience il nostro core business e con lo scalo 'Leonardo da Vinci' di Fiumicino siamo arrivati in vetta nelle classifiche internazionali, attestandoci come l’aeroporto più premiato per gradimento dei passeggeri’. Così AdR (Aeroporti di Roma) si definisce sul suo sito, e leggendo i riconoscimenti che diverse organizzazioni internazionali di controllo come Aci (Airports Council International) hanno assegnato per diversi anni sembrerebbe vero. Un vero record. Ma sarebbe interessante sapere quali siano i parametri analizzati per conseguire questi record e sarebbe ancor più interessante sapere il parere di Art (Autorità di regolazione dei trasporti) presieduta da Nicola Zaccheo su questi record. Tralasciando questi vaghi record, sarebbe opportuno parlare di realtà. Invito tutti a rileggere il discorso del presidente Draghi agli Stati generali della natalità dinanzi al Papa il 14 maggio 2021. In particolare questo passaggio: ‘Si è guardato alle donne che decidevano di avere figli come un fallimento, e all’individualismo come una vittoria. Oggi, con il superamento di importanti barriere ideologiche, abbiamo capito che questa era una falsa distinzione. Le coppie vorrebbero avere più figli di quelli che effettivamente hanno’. Sarebbe bello che lo sforzo di questo cambiamento imposto dal Governo Draghi e dal bravo ed attento ministro della Famiglia, Elena Bonetti, fosse accolto e sostenuto da tutte le istituzioni e tutti gli enti. Come ha ricordato in più occasioni il ministro, ‘le nuove politiche familiari devono essere strutturalmente integrate, che in pratica vuol dire che devono essere politiche che si devono correlare nelle diverse componenti che interessano la vita’. Ce la faremo?”. 

red/f - 1244062

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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