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CLARA MOSCHINI

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Audizione Leoni al Senato (2): i pareri di istruttori di parapendio e deltaplano

Il medagliere italiano in particolare è il più ricco al mondo

Abbiamo voluto raccogliere pareri da istruttori che lavorano da 30 anni con parapendio e deltaplano. Ve li proponiamo senza commenti.

Il medagliere italiano di parapendio e del deltaplano in particolare è il più ricco al mondo (Italia 6 volte campione del mondo di fila). Nonostante questo, il sostegno economico di AeCI verso i piloti della Nazionale italiana parapendio e deltaplano è particolarmente limitato (si e no il mero rimborso spese di viaggio e alloggio di trasferta per le competizioni all’estero con ritardi che superano un anno dalle gare). A differenza del resto d’Europa, ove il trend di sviluppo del volo libero (parapendio e deltaplano) è in aumento esponenziale, la situazione italiana versa in profonda crisi: Italia circa 7000 praticanti. Francia circa 35.000, Svizzera circa 21.000, Germania circa 43.000, Austria circa 15.000, Spagna circa 20.000. Perché? Leoni non si è preoccupato di accennarlo.

Alcune prove concrete di quanto riportato che riguardano i periodi di commissariamento e di presenza di presidente e consiglio.

1. Da oltre sette anni non si tiene un corso per la formazione di istruttori Vds/Vl.

L’ultimo risale al 2015 e quello precedente al 2009. Prima del 2009 i corsi venivano istituiti ogni 2, massimo 3 anni. Senza l’istituzione di nuovi giovani istruttori le scuole invecchiano, chiudono e muore la possibilità di avere nuovi piloti di volo libero.

Intere aree regionali d’Italia (Sicilia, Emilia Romagna, quasi tutto il Sud) sono totalmente prive di scuole, nonostante sia possibile praticare e insegnare il volo libero in tutto il territorio italiano.

La mancata istituzione da parte di AeCI di corsi per Istruttori è incomprensibile, a fronte anche di progetti presentati dagli istruttori per il loro necessario ricambio generazionale e mai presi in considerazione da AeCI (documentazione disponibile). Peraltro, i progetti presentati sono sempre stati concepiti a costo zero per l’AeCI.

2. La mancata stesura da parte di AeCI dell’Albo degli istruttori Vds/Vl, nonostante il suo regolamento lo preveda.

3. Da oltre 6 anni l’AeCI non tiene un corso per aggiornamento esaminatori Vds/Vl.

Gli esaminatori non aggiornati non sono utilizzabili a fini istituzionali e molti di quelli operativi avrebbero bisogno di un aggiornamento.

4. Le commissioni di esame sono composte, in maniera ripetitiva, da soltanto un quarto degli istruttori esaminatori abilitati (ormai AeCI sembra aver creato una lobby), con l'esclusione di risorse più giovani, o più competenti e dinamiche.

5. Le sessioni di esame vedono impegnati anche 6 (sei) esaminatori (sempre gli stessi) per 2 gg, quando il lavoro da svolgere può esaurirsi in una mezza giornata con due soli esaminatori.

Pur di chiamare sempre i soliti esaminatori, AeCI si sobbarca costi di viaggio, vitto e alloggio assolutamente ingiustificabili.

6. Nel volo libero è estremamente importante che i piloti siano addestrati anche dopo il corso per il conseguimento dell’attestato mediante i corsi Siv -Situazioni inconvenienti di volo- (corsi di gestione delle configurazioni inusuali). Gli istruttori attualmente abilitati si contano sulle dita di una mano o poco più.

7. È da 12 anni (dal 2010) che AeCI non istituisce un corso per la qualifica degli istruttori Siv. E questo nonostante siano state presentate lettere di richiesta dagli stessi istruttori.

8. Un aspetto fondamentale, anche ai fini turistici, è il volo in tandem (biposto), con l’accompagnamento di un passeggero a bordo del parapendio o del deltaplano. È stato presentata in AeCI una dispensa formativa che ha richiesto lavoro di stesura ed elaborazione da parte di un nutrito gruppo di istruttori particolarmente attivi nei voli biposto. Questo ai fini del miglioramento formativo dei piloti biposto e degli aspiranti piloti biposto. Questo prezioso lavoro non è mai stato recepito da AeCI.

9. I costi e la burocrazia richiesti dall’AeCI sono un ulteriore ostacolo all’apertura dei corsi e di nuove scuole. Per la formazione di nuovi AeC locali, è richiesta una quota di 4600 Euro. E quale scuola di parapendio o deltaplano si potrebbe permettere un costo iniziale simile?

Infatti sono anni che non nasce un nuovo AeC locale di volo libero con scuola annessa. In ogni caso per mantenere una scuola di volo, AeCI richiede una quota annuale minima di 2000. Questo senza nessuna tutela verso l’abusivismo (assenza di qualsiasi controllo), incentivato dal fatto che una scuola in regola paga molto per sopravvivere, una scuola abusiva non paga nulla.

10. Come se non bastasse, collegato al punto precedente, negli ultimi anni AeCI non elargisce nemmeno le quote di sostegno agli AeC federati, per i giovani piloti (under 28 anni), dei nuovi attestati, tanto meno per l’organizzazione di eventi internazionali (Fai 1 e 2) A quanto pare non vi è alcun intendimento nel merito nemmeno per il 2022.

11. L’organizzazione di eventi di valenza Internazionale in Italia ormai è diventata insostenibile. Sempre più difficoltà burocratiche, sempre più spazi aerei ristretti, necessità di richiesta dei Notam 6 mesi prima (fino a 2 anni fa erano 2 mesi), con eventi che sono inseriti sul calendario nazionale AeCI dopo la scadenza dei termini per poter richiedere i Notam (questa è un’assurdità inconcepibile: come pretendere di cuocere la pasta prima di mettere l’acqua nella pentola…).

E, all’opposto, sempre più organizzazioni straniere chiedono di poter effettuare i loro eventi (in primis i loro campionati nazionali) nel territorio italiano, in quanto più idoneo e migliore per questa disciplina rispetto al loro territorio nazionale, e devono arrendersi di fronte a queste difficoltà burocratiche (con grave perdita finanziaria per l'indotto turistico).

12. Praticamente nullo l’aspetto promozionale e per la diffusione della disciplina. Non esiste alcuna forma di promozione del Vds/Vl da parte di AeCI.

Persino la burocrazia online non è funzionale: Difficoltà di inserimento online dati dei corsi delle scuole, per cui si torna ripetutamente al cartaceo. Sistema informatico di AeCI facile preda di attività di hackeraggio. A volte nemmeno la comunicazione mediante Pec è attuabile poiché la casella dell’Ente risulta non sempre disponibile in quanto piena. Procedure di verifica dati alle sessioni di esame, svolte dai “vecchi esaminatori” ancora in forma cartacea e sul luogo di esame (con grande perdita di tempo) invece che precedentemente per via telematica.

Attenzione desideriamo sottolineare che non si tratta di una condizione legata alla mancata nomina di un presidente ed alla serie di precedenti commissariamenti, ma di una condizione ormai stabile e in completo stallo da quasi 20 anni.

Insomma l'architetto Leoni ha cercato di scivolare tra il romantico dei ricordi, l'emozione di “prove di coraggio” cruente come “centrare una moneta da un Euro con un chiodo infisso in una scarpa” scendendo con un paracadute (nei siti di paracadutismo vengono citati apparati elettronici per misurare la precisione e non chiodi NdR) e la captatio benevolentiae di un mellifluo “cari ex-colleghi”. 

Un papocchio di velleità, mezze verità, informazioni campate in aria per dare ai senatori l'idea di poter guidare l'aero Club d'Italia per i prossimi quattro anni.

Una cosa è certamente mancata: l' aspetto democratico. Leoni si è dimenticato di dire che in questi venti anni il settore del volo turistico e sportivo è cambiato radicalmente e che oggi ci sono 8000 piloti che praticano queste discipline e che sono totalmente al di fuori di Aero Club d'Italia. Perché? Perché reputano l'ente un fardello inutile. Tutto questo a fronte, ci ha detto un esperto, di poco meno 400-500 piloti che invece rientrano negli enti federati AeCI.

Di questo probabilmente deputati e senatori si dovrebbero occupare: una riforma generale dello statuto che dia democrazia e rappresentatività ad un ente sportivo che da solo non può farcela.

Sull'audizione vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS

Red - 1243434

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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