Israele (3): tonfo in borsa dei vettori aerei
Tensioni internazionali alimentano prospettiva aumento prezzi carburante
Dopo che vari vettori aerei da tutto il mondo hanno sospeso i collegamenti aerei in programma da e per l'aeroporto internazionale "David Ben Gurion" di Tel Aviv, i titoli azionari di diverse compagnie sono crollati in borsa. Lo stop ai voli è stato determinato dal fatto che lo spazio aereo sopra Israele è stato definito come "potenzialmente pericoloso". Ciò a causa della escalation di violenze in Medio Oriente fra israeliani e palestinesi.
In un bollettino la Federal Aviation Administration (Faa) statunitense aveva invitato alla "massima cautela" piloti e compagnie, consigliando agli equipaggi "di rimanere in contatto con il controllo del traffico in ogni momento", perché c'è la possibilità di "chiusura dello spazio aereo".
Ciò alimenta la prospettiva di un aumento dei prezzi del greggio e quindi dei costi del carburante. Per questo motivo gli investitori hanno iniziato a vendere le azioni dei player che operano nel settore del trasporto aereo: per esempio questa mattina alle 12:00 il Gruppo Iag è in perdita del -3,26%, easyJet al -4,16%, Lufthansa il -2,62%, Air France è scesa ieri del -5% per poi riguadagnare oggi il +2,85%.
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