Conflitto in Ucraina: il nodo carri armati
La pressione su Berlino per autorizzare l'invio di mezzi blindati a sostegno di Kiev
La Germania avrebbe dato il via libera ai Paesi che intendono fornire a Kiev i carri armati Leopad di produzione tedesca. Qualcosa si muove dopo la pressione dei Paesi alleati della North Atlantic Treaty Organization (Nato), con il segretario generale Jens Stoltenberg che sarà domani a Berlino, ma ministro della difesa tedesco, Boris Pistorius, sottolinea per ora la necessità di non prendere una decisione affrettata.
Il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki, ha affermato che Varsavia attende da Berlino il via libera ufficiale sull'invio dei carri armati. Intanto, decine di parlamentari del Regno Unito hanno scritto a Pistorius che "in questo momento di estrema urgenza" occorre superare "le ragioni storiche che motivano la riluttanza". Il ministro degli esteri francese, Catherine Colonna, ha dichiarato che oltre ai mezzi corazzati "le necessità dell'Ucraina sono essenzialmente in materia di difesa antiaerea, di munizioni e manutenzioni dei mezzi". Intanto, Kiev fa sapere che il Marocco ha inviato 20 carri armati.
"Dal momento che l'esercito russo, che ha 1000 carri armati, è contro di noi, nessun Paese risolve il problema decidendo di dare 10, 20 o 50 carri armati. Fanno una cosa molto importante: motivano i nostri soldati a combattere per i propri valori. Perché dimostrano che il mondo intero è con noi", ha spiegato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista al canale televisivo tedesco "Ard".
Intanto, arrivano le minacce del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha sottolineato i presunti contrasti tra i Paesi Nato sullo "pseudo sostegno" a Kiev con la fornitura di carri armati: "Il nervosismo tra i membri dell'Alleanza sta crescendo". In ogni caso sarà il popolo ucraino che "pagherà per la fornitura di armi occidentali a Kiev", riporta l'agenzia di stampa russa "Ria Novosti".
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